Tre o quattro anni di governo veramente ferreo, modellato sul sistema del Governo austriaco, li toglierà per sempre alla possibilità di pensare a macchinazioni politiche.
Perdoni, Eccellenza, questo sfogo al mio zelo, alla mia maniera di sentire per un Governo, pel quale ho impiegato volentieri, in mezzo ai più gran rischi, tutta la mia gioventù: mi accordi l'onore dei suoi comandi, la sua protezione, e mi permetta che, baciandole la sacra mano, mi prostri con particolare devozione e sommissioneDell'Eccellenza Vostra Reverendissima,
Roma, 30 aprile 1846.
Umil.mo, Dev.mo, Obb.mo sudditoGIUSEPPE LUCARELLI, Ing.
P° 7 maggio 1846.
IV
Il Lucarelli a Monsignor Governatore di Roma.
La seguente lettera è la migliore lezione per chi sentesi tentato di farsi delatore o di governi, o di fazioni, o d'individui.
Eccellenza,
Ieri mattina ardevo di desiderio di trovarmi coll'Eccellenza Vostra, onde potere trovare in lei parole di ristoro a tante mie afflizioni; ma fui compreso in un subito da un tumulto di passioni, che mi tolse alla possibilità di qualunque discorso; non vedevo l'ora di allontanarmi dalla di lei presenza: mi sentivo morire! L'Eccellenza Vostra ha un cuore pietoso: e se potesse leggere nel cuor mio; se tutta potesse comprendere l'infelice mia situazione; se vedere potesse il quadro orribile, che mi sta innanzi agli occhi sul mio avvenire, forse mi accorderebbe uno sguardo di compassione.
Monsignore, sia persuaso, che io non sono una spia, ma un disgraziato, che un zelo fanatico ha trascinato quasi ad irreparabile rovina, mentre si credeva degno di sedere sull'altare della gloria.
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