Gli spedisce quattro rapporti confidenziali segreti sul Congresso degli scienziati, ch'ebbe luogo a Genova nel 1846.
Se tale sistema era naturale durante il governo di Gregorio, che suonava in ogni suo verso corruttela e viltà, si stupisce come le stesse cose accadessero dopo l'avvenimento di Pio IX; e per conseguente dopo l'amnistia e l'iniziamento delle riforme. Ciò è valevole di per sé solo ad illuminarci sul governo del nuovo pontefice sino dai primi mesi del suo regno, e vale per tutta risposta a que' fanatici, che vedevano o vedono in lui un uomo calato dal cielo per spandere il benessere civile, intellettuale, e morale in mezzo ai popoli oppressi.
Il santuario delle scienze viene profanato dalle spie della corte romana, ed il sapiente non si vede né meno tranquillo di mezzo alle speculative meditazioni ed innocenti discussioni dell'intelletto umano.
Ho quattro lettere su questo proposito, e le riproduco tali quali sono. Non si vede in esse alcuna sottoscrizione, né si conosce per noi la scrittura. Noi conserviamo gli autografi, onde all'opportunità ne sia dato di scoprire l'autore, e si possa per tal foggia coprire del più alto disprezzo quel vilissimo sedicente professore, che aveva indossato la veste del confidente segreto.
E.mo Sig. Card. Gizzi,
Segretario di Stato.
4 ottobre 1846.
Si rassegna copia di due rapporti segreti sull'attuale Congresso de' scienziati a Genova.
Il sotto-governatore, direttore generale di polizia, si fa un dovere di rassegnare all'E. V. R. le qui accluse copie di due rapporti, ch'egli ha ricevuti da persona di sua fiducia, la quale si è recata in Genova per la circostanza del presente Congresso de' scienziati, sembrando che le cose ivi esposte sieno meritevoli dalla superiore cognizione.
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