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      Una fu rinvenuta dalle autorità sarde dopo i primi arresti accaduti; l'altra portò in salvo il conte Ugo Pepoli di Bologna. Di tutte poi le munizioni, e fucili, nulla poté mai venire in mano del governo, ad onta delle ricerche ch'ei facesse in avvenire. (N.d.A.)
      (20) Merighi [Cesare] fu portatore di lettere di Mazzini, e di alcune parole di Kossuth a guisa di proclama: tanto queste come altre, insieme con le ricevute del danaro, il cui titolo essendo semplicemente commerciale non poteva compromettere alcuno, tenni presso di me. (N.d.A.)
      (21) Lo dico una volta per sempre: il venire a zuffa coi soldati piemontesi non fu mai mia intenzione. Io abborro da una guerra civile e fraterna, e combatto solo gl'instrumenti della tirannide. Ora, per quanto siasi esagerato o fanatico, non si potrà dire che questa governasse allora o governi oggi il reame sardo. (N.d.A.)
      (22) Pochi dì dopo che mi trovavo in Genova, seppi che Calvi era stato arrestato nelle montagne del Cadore, ove si disse essersi condotto per una spedizione di Mazzini. Quanto mai era lungi dal pensare, che tra non molto gli sarei stato vicino di prigione, e che avrei pianto sulla fine dell'amico estinto, che da muro a muro mi confortava co' suoi accenti patriotici! (N. d. A.)
      (23) Quanto dico intorno ai tre guardacoste mi venne riferito dai giovani di S. Terenzo a nome del capitano Cal[afatti]. (N. d. A.)
      (24) Il Fissendi e l'altro recaronsi in Lombardia colle istruzioni di Mazzini, senza che niuna intelligenza vi fosse per parte di chi doveva eseguirle, ed a cui erano dirette.


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Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





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