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      CAPRICCI E BIZZARRIELE VOCALI
      OSSIALA PRIMA LEZIONE DI MIO PADRE
     
      Ero un garzone su' tredici anni, col capo pieno zeppo di grammatica, tanto che la parea mi scoppiasse dagli occhi, e col vezzo di sollecitare ogni giorno con un rasoio intaccato i teneri bordoni delle gote, perché si cangiassero in una bella barba, sogno di tutte le mie notti, quando uscii dal seminario per passare in seno della famiglia i due mesi delle vacanze. E lí mentre vivevo festeggiato dai miei e gonfio di vento per sapere con chiara e sicura voce, tanto che sembravo un campanello, recitare d'un fiato tutte le regole del Portoreale, aspettavo un'occasione di far mostra del mio vasto sapere. Ed ecco, un dopo desinare il padre mio mi menò nella sua stanza, e lí, chiuso l'uscio, e fattomi sedere innanzi a sé, dopo stato alquanto in silenzio a lisciarsi il mento, mi ficcò gli occhi addosso, e mi domandò: E quest'anno come siamo andati a profitto? Che studii abbiamo fatto? Che appreso di buono e di bello? - Molte cose, babbo, e le so. - Me ne compiaccio assai, ragazzo mio, ed in questo caso mi sapresti dire quante siano le vocali?
      A questa domanda cascai dalle nuvole, le orecchie mi si fecero scarlatte come due bellichine, e punto sul vivo pel poco conto che il babbo facea della mia vasta dottrina, volsi altrove gli sguardi dispettosi e torti, deliberato di non aprir bocca. Ma egli ripetendomi una e due volte il medesimo, io gli levai gli occhi in viso, e con un po' di stizza aprendo l'uno dopo l'altro le dita, - Voi, - gli risposi, - con dimande di questa fatta mi fate un vero bimbo pieno di mocci, che si muove con l'aiuto delle bertelle.


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Persone in Calabria
di Vincenzo Padula
Parenti Editore Firenze
1950, pagine 319

   





Portoreale