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      Sempronio tiene ad un tratto della gazza e della scimia; non può star solo un istante, si gira torno torno come un arcolaio, ora si alza, ora siede, ora cammina, e le persone della brigata, che gli vanno a verso, e gli tengono bordone, si alzano e bassano come i salterelli di una spinetta. Se sparla del prossimo, fanno alla musica di lui mille variazioni; se ride, le loro bocche ombrate dai baffi presentano l'oscena figura delle cocce di Taranto aperte dall'acqua calda. E questo avviene, o figliuol mio, perché Sempronio ha molto bene di Dio, e coloro che lo corteggiano o son poveri in canna, o posseggono ben poco; e questi cotali sono nel civile consorzio non altro che mere consonanti, perché consuonano alla voce del ricco, e si conformano agli atti di lui, il quale è la vocale, senza di cui sfido io a fare che la consonante abbia suono.
      Ora al pari che le consonanti sono altre mute, ed altre semivocali, e mute diconsi quelle che stanno dietro alla vocale, e semivocali quelle che la precedono, cosí, salvo i beati ricchi che sono vocali, tutto il resto dei bipedi ragionevoli si parte in due classi. Compongono la prima i poveri in canna, gli artigiani, i contadini, i quali, perché, stando dietro al ricco, piglian l'aria e i modi da lui, e dissimulando i pensieri gli vanno a compiacenza, e l'inchinano, e gli fan codazzo, e soffrono in silenzio di esser messi in coglionella, possono addimandarsi consonanti mute. Compongono la seconda i galantuomini di mezza falda, i quali perché, parte campando con l'industria, e parte con la professione, hanno qual piú, qual meno la balía di se medesimi, possono nomarsi consonanti semivocali.


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Persone in Calabria
di Vincenzo Padula
Parenti Editore Firenze
1950 pagine 319

   





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