Compiuti i sette anni, una barriera di bronzo si mette tra i ragazzi e le ragazze: gli uni lottano coi lupi, l'altre cantarellano come la Circe di Omero, intente all'opra della spola; gli uni diventano arditi come il diavolo, mettono il diavolo dopo ogni terza parola; l'altre pigliano un'aria amazonica, e contegnosa. Ma ecco suonano i quindici anni. Rivoluzione; i due sessi cercano di rompere la barriera di bronzo. Attente, o madri! Fratelli, caricate gli schioppi. Potrņ io descrivere l'amore di Calabria? I ruggiti dei leoni, il combattimento dei tauri quando vanno in caldo sono immagini troppo sbiadite delle tempeste che scoppiano nel petto irsuto dei giovani calabresi. La vigilanza dei genitori, il punto di onore e la gelosia feroce dei fratelli offrono alla donna occasioni di vedere l'amante, pochissime e divise da lunghi e penosi intervalli. Se dopo un anno di amore, e di notti vegliate l'uomo giunge a toccare il mignolo dell'amata, puņ dire di aver fatto assai. O stornellatori, canori come l'anitre, che tuffati nell'acqua cantate la barcarola, udite alcuni brani delle canzoni, che il contadino calabrese canta sotto le finestre della sua bella.
1. "Le tue bellezze sono tre montagne d'oro, e le tue braccia due candelabri di argento. Vorrei morire schiacciato sotto quelle tre montagne, vorrei essere la candela di quei due candelabri, e consumarmi. Se tua madre mi dicesse: Io ti darņ mia figlia a patto che senza posarti un momento te la rechi in braccio per dodici montagne, mi sentirei la forza di portarti, anima mia, sino a Roma, di camminare senza chiudere occhio per un mese.
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Circe Omero Calabria Roma
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