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      Se lungo il viaggio il lupo affamato mi assalisse, io gli direi: Compar lupo, squarciami come ti pare, ché io per respingerti non deporrò mai dalle braccia il dolce peso che porto".
      2. "Io per te stendo il passo, e per te lo ritiro; per te cammino di notte. Vo' innanzi alla tua casa: la strada è piena, tu non ci sei, e la strada mi sembra vuota. O belle fanciulle, che filate al Sole, ov'è la vostra compagna? - Ella dimora, o giovine brunetto, sotto quella parte di cielo, dove non è nube. - Come campo pieno di pecore nere, il cielo era coperto di nuvole nere: un solo punto vi era azzurro e sereno come la tua pupilla quando guarda la mia; e sotto quel punto sulla terra era la chiesa, e nella chiesa eri tu".
      3. "O rosa vermiglia, io fui il primo ad amarti. Ti amai fin da quando tu pendevi dalla mammella di tua madre. Un'ora, che non ti veggo, mi pare un anno; un anno, a stare con te, mi parrebbe un sol giorno. So bene ove il tuo occhio sta fisso, ma io non patirò mai di vederti in braccio di altro amante. Tu fuggi innanzi a me piú rapida d'una pernice coi tuoi piedini rossi, ma io ti abbrancherò pure una volta, e gettandoti un laccio al collo ti chiuderò in una gabbia di argento con chiodi d'oro".
      4. "Perché bassi gli occhi al vedermi? Se mai ti offesi, dimmelo, ed io con le mie mani istesse ti porterò, affinché tu mi uccida, un coltello. Tu sei un garofalo, ed il mio sangue servirà ad inaffiarti. Altri ti ama, altri canta sotto le tue finestre. Dovrò patirlo? O uccido, o sarò ucciso.


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Persone in Calabria
di Vincenzo Padula
Parenti Editore Firenze
1950 pagine 319

   





Compar Sole