Pagina (17/319)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Se la fantasia di lei poté tanto, s'ella lo vide, la è prova questa che lo ama: ché di tali prodigi il solo amore può esser padre. Grazioso spettacolo offre poi Rossano ad ogni calen di mese. Sopra rocce tagliate a picco sorge il tempietto, il Pilerio; giú una valle profonda; in mezzo alla valle un fiume; in mezzo al fiume bianchi pietroni e bianche lavandaie, che battono i loro pannilini sopra i bianchi pietroni; ed oltre il fiume le donne ed i pietroni, monti e colli, olivi e vigne, querce e castagni. Ora le fanciulle se ne vanno a pregare al Pilerio, e se lungo la strada incontrano una donna che fabbrichi il pane, o fornaio che lo rechi cotto dal forno; e se all'affacciarsi loro dalla roccia le lavandaie prorompono in liete canzoni, e liete parole odono per la via sulla bocca ai fanciulli, han tutto ciò in conto di augurio felice, e il marito è bello e fatto, e il giovine che le ama sarà lo sposo.
      Fantasie greche e romane, qual romantico oserà dirvi morte, se voi vivete tuttora? Sia comunque lo stato attuale della nostra coltura, è sempre però innegabile che le nostre donne discendono in linea retta dalle madri dei Camilli e degli Scipioni. Ne volete altra prova? Percorrete la provincia di Reggio, e vedrete che quivi la fanciulla, la quale ama di mirare tra le visioni del sogno l'immagine del giovine amato, e far con esso lui un dolce favellío, si pone, quando va a letto la sera, una fronda di alloro sotto l'origliere, la fronda cioè dell'albero che i calabresi greci e romani sacravano al Dio della poesia, e sotto la cui dèlfica ombra risuonavano gli oracoli.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Persone in Calabria
di Vincenzo Padula
Parenti Editore Firenze
1950 pagine 319

   





Rossano Pilerio Pilerio Camilli Scipioni Reggio Dio