A destra dell'uscio un asino che sgretola il suo fieno, poi un focolare senza fuoco, senza pentola, con un gatto soriano accoccolato sulla cenere, poi di fronte una finestra priva di vetri e d'impannata, con orciuoli e scodelle sul davanzale; poi a sinistra un fetido pagliericcio, e sotto quel pagliericcio, che chiamasi letto, un truogo, e presso al truogo un porco, e razzolanti qua e colà galli, galline e pulcini, che beccano ciò che cade dalla bocca dell'asino, e la crusca rimasta appiastricciata sul grifo del porco; e quando il bimbo che sta sul letto vagisce, il porco grugnisce, il gatto miagola, l'asino raglia, la gallina schiamazza e la donna di casa con la granata in mano strepita anche essa inseguendo il gallo, che svolazzando ha fracassato l'orciuolo, voi da quel baccano, da quel tramestio vi formerete l'idea dello inferno. Ebbene! in questo inferno nasce l'infelice Calabrese, che venuto ai venti anni piglia il mestiero del brigante, e finisce di vivere come l'animale, con cui fu educato. Il porco in Calabria dorme sotto il letto, scorrazza per le vie, si conduce a passeggiare per le piazze, spinge il grifo nei caffè, si ferma innanzi alle bettole per raccogliere le bucce di lupini e di castagne che gli buttano i bevitori, e, quando bene gli pare, entra in chiesa a sentire la predica. Invano la polizia medica, invano l'igiene, invano la civiltà si provarono tra noi di mettere i porci cittadini al bando: i porci ebbero il loro giudizio, si posero sotto il patrocinio di S. Antonio, e furono amnistiati; e nel tempo medesimo il popolo protestò, e con ragione.
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Calabrese Calabria S. Antonio
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