Quante cose non abbiam visto! Quante vergogne non svelerebbe Peppino di benedetta memoria, se quel grasso portiere dell'Intendenza potesse risorgere! Ricevere una visita dall'Intendente era la somma delle fortune: i loro camerieri erano ammessi a baciare la mano delle nostre signore, e le nostre signore corteggiavano le drude di quei camerieri. Gli importanti aveano in Cosenza chi gli avvertisse del giorno, che l'Intendente si ponesse in giro per la provincia: allora tutti si disputavano l'alto onore di averlo ospite in casa loro e ne seguivano scene assai comiche. L'Intendente Sangro avea promesso ad un sindaco d'un paese che si sarebbe condotto in casa di lui, e vi va. Un altro importante voleva quell'onore, e per ottenerlo mette venti scudi in mano di Caporelli. Caporelli era il cameriere di Sangro. Sangro non apría bocca, se Caporelli non gli diceva: "Aprila". Caporelli e Sangro si affacciano da un balcone del sindaco, che mettea sopra un orto coltivato a lino. Caporelli guarda, ed esclama: - Signori', lo biditi? - Che cosa, Capore'? - Lo llino; lo biditi lo llino? - Embé, lo veco. - Lo veco, e ancora nce stammo ca ncoppa? là nc'è la mal'ajira; stanotte nce vene 'n cuorpo, e bonanotte - (6). Sangro si levò, e trasse difilato ad albergare in casa dell'importante che avea regalato i venti scudi!
Questa è pretta storia, né ha bisogno di chiosa. Ma tutto finisce quaggiú; e la famiglia dei curiosi, dei vanitosi e degli importanti si va distruggendo a poco a poco sotto il nuovo governo.
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