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      O libertà bella, come ti ho perduta! Nessuna lingua possiede un paragone simile a quello tra il prigioniero ed una pietra che cade nell'oceano profondo! Nessun cuore può rimanere freddo al desiderio del prigioniero che ignora se gli amici sieno vivi o morti, se il mondo sia nella stagione d'inverno o di està. Noi ne piangemmo, ed ora domandiamo alle Autorità, a cui spetta: - Che fanno colà 144 prigionieri per ragioni di polizia? Debbono andare a domicilio coatto? Vi vadano. Non meritano d'andarci? Si liberino. Sono rei? Si giudichino con le forme ordinarie. Temete che liberandosi in questo tempo possano divenire briganti, o manutengoli? Ed in questo caso ascoltate il nostro povero consiglio. Date a ciascuno di quei miserabili 85 docati, e 41 grana che dovreste spendere a tenerlo chiuso per un anno, e dite loro: Tu comprati un mulo, e fa il mulattiere; tu zappa e sementa, e coltiva; tu un paio di buoi, e guadagna la vita. Ah! non è da stupire che conoscendosi il bisogno essere il consigliere dei misfatti non siasi ancora pensato dai legislatori di scemare il primo per diminuire i secondi?
      Speriamo che i nostri voti saranno soddisfatti. Se non lo saranno, voi, poveri pidocchi che avete un'anima, non disperate perciò. Dite alla vostra marcia, ed alle vostre piaghe: - Vendicateci. La miseria è piú onnipotente della grandezza: il pidocchio può anche mordere. Fortuna vi negò tutto tranne i quadri nosologici. Leggete dunque e scegliete. Avete in vostra balia la peste, il tifo, la petecchia.


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Persone in Calabria
di Vincenzo Padula
Parenti Editore Firenze
1950 pagine 319

   





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