Questa volta i cacciatori furono il Procuratore del re Francesco D'Agostino, e l'Istruttore Giuseppe De Feo. Tendono le reti, e il giorno 10 fanno una magnifica presa. Prendono Giovanni Marino Falco, ed i seguaci di lui notaio Gaetano Branca, Giuseppe Branca, Michelangiolo Monticelli, Tommaso Catalano, Gaetano Abrigata Mascione, Andrea Nicastro caffettiere e Giuseppe Bernardo Costantino. È stata una magnifica caccia; per due giorni i borbonici non si pettinarono la coda, e gli amici del governo d'Italia, ch'erano di soverchio avviliti, ebbero una soddisfazione. E ciò serva di avvertimento, ed i liberati stiano sull'avviso, perché in maggio passano le tortorelle.
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Un altro uccello non del genere tortora, ma del genere avvoltoio cadeva ferito di palla il dí 11 nell'agro di Longobucco. L'avvoltoio era nato in Celico, si chiamava Giovanni Marinaro, ed era parte della compagnia del brigante Acri. I nostri lettori sanno che il paese di Acri, paese onesto di onesti lavoratori, si irritò fieramente che il suo nome si portasse da un brigante, e però per dar la caccia al vergognoso omonimo organizzò una squadriglia comandata da Raffaele Viteritti, e questa il giorno 11 accompagnata da quattro bravi carabinieri l'assalí, e gli uccise il predetto Giovanni Marinaro.
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In Cosenza il giorno 12 era per seguire un brutto caso. Giuseppe Rizzo è un bettoliere di 22 anni ammogliato ad una Francesca Scuola, che ne ha 17. La Francesca è un po' belloccia, e si trova in stato interessante.
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