E i Parrochi, i Priori, ed i Direttori delle Confraternite, invece di far guerra a questo pregiudizio, lo secondano per non perdere il lucro che percepiscono dal seppellire i morti nelle loro chiese. L'uomo specula su di tutto, anche sulla morte, ed il contadino invano risparmia, e lavora per accumulare denaro; la società lo guarda con viso di compassione, e gli dice: Fa pure a tuo senno; un giorno mi capiterai sotto l'ugne, ed io ti aspetto al varco. E il varco dove il poveruomo viene atteso è la morte: allora parrochi, preti, frati, sacrestani, priori e mille diavoli gli danno addosso; ed i massimi guai di nostra vita cominciano un'ora dopo ch'è cessata la vita. Ancora il nostro popolo non sa che, come dice la Scrittura, tutta la terra è di Dio e tutta la terra è benedetta, e che si riposa meglio in campagna, e sotto un albero, o lungo la strada maestra (come usavano i nostri antichi) che nel recinto d'una Chiesa. I preti non vogliono perdere i diritti della stola nera, i priori quelli della bara, e il popolo paga, ed enormemente. Gli stupidi sono necessarii in questo mondo, altrimenti nessuno vivrebbe, e il popolo è condannato ad essere stupido. Egli sa i mille imbarazzi che seguono la sua morte, e vi pensa mentre è vivo, e quindi si ascrive ad una Congregazione o confraternita per avere assicurata la sepoltura, il facchino che lo trasporta, il becchino che lo sotterra, il prete che lo innaffia. In Cosenza il numero delle Congregazioni è soverchio, ed ecco la rendita che percepiscono per l'annue prestazioni dei Fratelli e Sorelle:
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