In questi i massarotti non trovano lavoro che in due sole stagioni dell'anno, nell'altre stentano la vita, né possono ad altro adoperare utilmente i buoi che al trasporto di legname. Il che, a tacere dei bisogni dell'industria, deve essere motivo che basti a persuadere i nostri comuni a moltiplicare il numero delle strade, che ricevono i carri.
La seconda classe è di quelli che prendono dal galantuomo proprietario uno, due, tre paia di buoi a pedàtico, specie di contratto del seguente tenore. Si fa la stima d'un paio di buoi (che valgono presso noi un 424 lire); il massarotto ne assicura la proprietà, e si obbliga pel tempo pattuito di dare ogni anno al proprietario tre ettolitri e 33 litri, cioè come diciam noi, sei tomoli di grano. Questo contratto è immorale, perché il proprietario non rischia nulla; il suo capitale in bovi è sempre sicuro, e poiché il prezzo medio tra noi di ogni 55 litri e 54 centesimi di frumento è di lire 10 e 18 centesimi, è chiaro ch'egli impiega il suo denaro alla ragione del 14 per cento.
Il massarotto della terza classe è il mezzaiuolo di Toscana. Il proprietario gli dice: "Tu hai i bovi, io ho la terra: io ti dò la terra, e ti anticipo le sementi. Le terre sono di dieci moggiate, ti dò dieci moggi di grano, e tu lo seminerai. Alla trebbiatura io mi preleverò dalla massa i dieci moggi di grano, che ti ho anticipato; piú, dieci quarti come frutto dell'anticipazione, piú trenta moggi come terratico, e il resto si dividerà". Questo contratto è immoralissimo, e nei paesi dove i galantuomini non divertiti da studi letterarii attendono ai campestri è cagione d'immedicabile miseria.
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Toscana
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