Stante la distanza dei fondi, la mancanza delle strade delle quali pochissime ed a stento sono cavalcabili, e la paura dei briganti, che ci fa impallidire di tutte le stagioni, il fondo dato a mezzadria rende interamente al colono, e quasi nulla al proprietario, che non può sorvegliare i lavori, assistere alla mietitura, e alle fatiche dell'aia, e deve in tutto e per tutto rimettersi alla buona fede ed all'onestà del colono, che non ha nessuna di quelle due virtú. Egli lo froda nella foglia, di cui si fa la stima troppo tardi, e della quale già si è giovato fino alla prima dormita dei bachi. Lo froda nella fruttaglia, della quale vende, o serba per sé le migliori specie. Lo froda nella quantità del grano, che confida ai solchi, e che ne ritrae. Entrato nel fondo per bisogno, ed intendendo di rimanervi finché duri il bisogno non vi piglia amore, e trascura la coltivazione, perché sa che il prodotto servirà per intero ad estinguere i debiti da lui contratti in anticipazione col padrone. E se trova lavoro presso il vicino, egli allettato dalla mercede corre a coltivare il fondo altrui, negligendo il proprio. E nondimeno il colono ha molti vantaggi: altro non divide col proprietario che il frumento, i legumi, il frumentone, e la fruttaglia; l'ortaglia è tutta sua, e solo in taluni paesi usa di portargli due volte la settimana la mancia dei cavoli, dei fagiuoli in baccelli, dei petronciani, ed infine poche reste di aglio o di cipolla. Se nel fondo vi sono terreni novali, gli se ne accorda la coltivazione per cinque annate gratuitamente; ma pochi li coltivano, perché, ripeto, i nostri coloni son poveri.
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