La piú grande conquista che abbia fatto l'uomo avvenne il giorno ch'egli disse all'asino, al mulo, al cavallo e al bue: - Voi mi presterete le vostre forze; e tu, pacifica pecorella, e tu, sdegnosa capretta, mi seguirete nei campi, perché diano erbe a voi e frutta a me. Ma un immegliamento ne chiama un altro, e bentosto la Scienza guardando il bue insanguinato dalla ralla del bifolco agitare affannando la lunga pagliolaia, l'asino, il mulo, il cavallo incimurriti e coverti da guidaleschi e da mosche cader giú spallati e piegare le gambe mazzuole sotto il randello dell'agricoltore, gridò commossa: - E perché il dolore non potrà separarsi dalla fatica? E la fatica, la quale è cosa santa e benedetta, perché dev'essere per l'uomo esercizio e scuola di crudeltà? E qual dritto abbiamo noi di strappare un grido di dolore dal petto degli animali, che sono o aborto dell'uomo, o embrione dell'uomo? Fin da quel momento ell'emulò l'industria, e se questa avea sostituito le forze irragionevoli alle ragionevoli, ella fece un passo di piú, ed alle forze irragionevoli sostituí le inanimate. Il fuoco, l'acqua, l'aria, il vapore, l'elettrico perdettero l'indipendenza: la Scienza li disarmò, li domò, li rendette intelligenti, e, monumento dell'audacia e del genio dell'uomo, nacquero le machine. Il mondo è la machina di Dio, il corpo è la machina dell'anima, ed i corpi inanimati sono e debbono essere machine del corpo nostro; in modo che conseguenza del precetto siate perfetti e simili a Dio sia quella di fare d'ogni obbietto una machina.
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