Né vale la vecchia obiezione che con le machine si scemi il numero dei braccianti necessario a fornire un'opera; perché se ora io proprietario senza machine coltivo una moggiata di terreno con cinque villani, avrò, è vero, quando sarò fornito di machine, bisogno di un solo bracciante; ma in questo caso, stante l'economia delle spese rurali, e il prodotto maggiore, io coltiverò ogni anno non piú una moggiata, ma cento, ch'ora si lasciano inculte, e cosí darò da vivere non a cinque braccianti, ma ad un centinaio.
Con tutta dunque la forza che può venirci dall'amore, che sentiamo vivissimo pel bene della povera gente, per la ricchezza pubblica del paese, per l'onore della provincia noi gridiamo che si istituisca in Cosenza un podere modello, e s'introducano le machine. Ma a noi manca la volontà di iniziare: noi siamo simili ai pulcini, che han bisogno che la chioccia vada loro innanzi razzolando e beccando, perché imparino a razzolare ed a beccare. È mestieri che il governo della provincia dica ai nostri proprietarii e braccianti: - Ecco! io son divenuto agricoltore; venite e vedete l'opere mie -. I terreni bagnati dal Busento, collocati nel Carmine, e sotto la mano della città sono i soli che sieno opportuni per un podere modello. Proprietà una volta delle monache, ed ora della Cassa ecclesiastica potrebbero ottenersi in dono dal governo centrale, ove il Consiglio provinciale ne facesse calda e ragionata domanda, e il Prefetto l'avvalorasse. Per l'acquisto delle machine abbiamo fondi bastanti: in Napoli ne vedemmo parecchie nell'opificio di Henry e Macry, ed il prezzo n'e mitissimo.
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