Un aratro alla Ridolfi, alla Lambruschini, alla Van Maèle costa 120 lire; 350 uno spianatoio alla Croskill; 100 il seminatoio di Hugues per lo spargimento delle sementi a volata, e 400 quello di Garrett per la semina in linea; 600 la machina da mietere alla Mac-Cormick, e 1300 la machina trebbiatrice sul sistema Pinet che dà ad ora 40 ettolitri di grano. La spesa dunque totale per queste machine sarebbe di 675 dotati, e la Provincia che ne paga 710 per le due nostre accademie non dovrà spaventarsene. La sola loro veduta, ed una sola esperienza dell'uso che se ne fa e della utilità che se ne ricava porterebbe una subita rivoluzione tra noi. I proprietarii se ne invaghirebbero; ne farebbero acquisto prima due, poi tre, poi tutti; crescerebbe l'amore per l'agricoltura, ne diverrebbero continui i lavori, piú sicuri e abbondanti i prodotti, e conseguenza di tutto ciò sarebbe l'aumento del salario ai braccianti e il loro miglioramento morale. È per questo ultimo vantaggio che noi insistiamo principalmente per l'introduzione delle machine. Il nostro popolo è bruto, perché esercita i muscoli e non i nervi, perché conversa con la terra, e con le pietre, le quali non parlano né pensano, e il rendono muto ed irragionevole al par di loro, perché travagliandosi da mane a sera non ha d'avanzo un ritaglio di tempo per istruirsi, ed esercitare la facoltà della mente. Si grida: Introduciamo le scuole serali, o almeno le scuole nei giorni festivi; e non si riflette che un poveruomo che ha le reni rotte per un lavoro di dieci ore d'inverno e di sedici di està ha ben altro a volere che le nozioni di geografia e di storia patria.
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