E il Barone rideva, e noi pure.
Spesso però il proprietario non vuol saperne delle sue olive, ma le dà per una quantità determinata di olio ad un imprenditore che noi diciamo gabellotto; e sotto un gabellotto le nostre montanine son trattate peggio. L'olio nelle maremme si spreme a freddo; ma riesce di cattiva qualità. Le olive si ammassano nei camini (olivari), e là riscaldano, fermentano, imputridiscono, diventano un pastume, tanto che la pala dell'attizzatore lo spicca a grosse falde. I coppai sono in campagna nel Casino, e presso al mare, l'olio si chiude in grandi giare di creta, che si rincalzano con la sanza, perché cosí si crede che l'olio si purghi. Si vende a salme; ogni salma è di 141 chilogrammi, e 470 grammi, e il suo prezzo oscilla tra le 118 e le 119 lire.
10 agosto 1864.
X. - I LINAIUOLILe classi delle persone, ch'abbiamo finora enumerate, s'incontrano in tutti i nostri paesi; ma quelle dei linaiuoli e dei concari, onde intendiamo far parola in questo e nell'articolo seguente, si trovano propriamente nei casali e nei villaggi della Sila. Tra noi il lino è di due fatte, e di due stagioni: il femminello, che si semina sull'ingresso di aprile, e si raccoglie a settembre, e il mascolino dal seme piú pingue e dal fusto piú grosso e piú alto, che di dicembre si consegna alla terra, e matura di maggio. Questo, il cui filo è meno pregiato ed entra nelle tele unicamente come trama, si coltiva scarsamente e solo nelle maremme, e nelle pianure valligiane; laddove dell'altro si fanno estesissime colture; e poiché esso ama terre lazze e polline, la sola Sila degnamente il riceve, la quale a questo modo si fa alla provincia sorgente inesausta di ricchezza.
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