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      Fuori della manifattura alcune donne sfornavano il pane, ed una di quelle allungandosi piú che potesse sulla punta dei piedi stendeva la mano ad un finestrino cancellato della fabbrica. "Che fate, buona donna?". "Non posso entrare per l'uscio, e porgo per di qui al mio povero marito un mezzo pane caldo condito con un poco di olio". E noi spronando il cavallo dicemmo nel nostro cuore: "Proseguite pure, miei bei signori Calabresi, a far cosí inumano governo della povera gente; e poi gridate, ché ne avete ben d'onde, che vi siano briganti i quali vi sequestrino".
      27 agosto 1864
     
     
     
      XIII. - PASSATORI E PESCATORI
     
      L'Appennino che piú si accosta al Tirreno, e meno al Jonio, fa che le due nostre maremme abbiano indole e faccia differente. In quella a levante tu trovi vaste, e fertili pianure, ed i fiumi vi sono numerosi e ricchi, stante che avendo maggiore corso accolgano per via il tributo di molte acque, e siano in sabbia il piú. Il Tirreno al contrario riceve fiumi piú macri, e tutti quasi in ghiaia, laddove quelli dei paesi pianigiani muovono sopra un fondo limaccioso. Pochi sono i vivi, gli altri muoiono in està; e chi cammina di luglio la valle di nostra provincia, piú che dall'afa e dalla polvere, è contristato dall'aspetto di ampie morte, ingombre di sterile arena, di massi immani, e di alberi intraversati, le cui ceppaie scalzate dall'acqua mostrano l'aride barbe, e le annerite radici. Salvo pochi, ed in pochi punti, tutti i nostri fiumi non sono cavalcati da ponti, il qual difetto se non dà noia di està, quando le acque sono macre, ed agevolmente si guazzano saltando dall'una all'altra delle pietre, che ne interrompono l'alveo, riesce non che molesto, pericoloso d'inverno.


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Persone in Calabria
di Vincenzo Padula
Parenti Editore Firenze
1950 pagine 319

   





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