La sciàbica fa presa piú svariata e piú ricca; la corda piombata l'affonda in mare, il navicello la caluma lentamente nell'alto; tu non vedi altro che una serie di sugheri galleggianti, poi dopo un tratto i due capi della spilorcia si alano da terra, e la sciàbica scarica sul lido pesci d'ogni fatta. Perciò nel nostro dialetto si dice sciàbica si: alla madre famiglia, che sia massaia diligente, e si alla donna ridotta allo stradino; e sciabicaro all'uomo che ne faccia di tutte le taglie, delle buone e delle belle, delle piccole e delle grosse. Tutte queste pesche son dilettevoli, massime nel Tirreno. È di mattino? Monta in barchetta con un buon lanciatore: l'alte ripe, le scogliere, le cime frastagliate dei monti, onde s'incoronano i villaggi di quelle marine, spezzano il Sole nascente, e tu che muovi piaggiando vedi sull'onde mille forme di ombre, mille colori, mille iridi, e la stessa acqua ti sembra ora bruna, ora verde, ora rossa, ora turchina, ora perlata. Il lanciatore vi versa un'ampollina di olio; un milione di gocce scintillano immediatamente al sole; sembrano pupille aperte e nuotanti, finestre che s'aprano all'improvviso nel palazzo di cristallo, dove abita il vecchio Nettuno; il mare rivela il suo fondo, e tu impaziente gridi al lanciatore: "Ecco un pesce, ecco un pesce!" Il lanciatore sorride; ciò che ti sembra pesce è l'ombra guizzante d'una fune che pende dalla barchetta; ma il pesce vi è, vi vibra la fiocina ed una delle varie specie delle ferracce viene col suo ventre largo, piatto e bianco a palpitarti d'avanti i piedi.
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Tirreno Sole Nettuno
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