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      È di meriggio? Monta pure la barchetta: lega una seppia, che tu abbia comprata, ad una funicella, e cammina. Amore è Dio, Amore è per tutto, ed Amore spinge il tòtano, il calamaio, il marito vale a dire della seppia, a seguirla ed abbracciarla. Issione strinse tra le braccia una nuvola, il nostro tòtano stringe un cadavere. I Cartaginesi che posero tra i supplizii quello di legare un vivo ad un morto dovettero conoscere questa pesca; tiri la funicella e l'improvvido amatore viene a morirti tra le mani.
      È di sera? fermati sul lido ed ammira: l'ombra delle nubi infosca il mare; ma per un lungo squarcio delle nubi, la luna manda il suo lume e disegna sull'onde una strada di argento. tutto ad un tratto una figura nera vi appare in mezzo: è la navicella, del pescatore, la quale lascia dietro a sé una scia luminosa, e scivola sull'acqua, e va e viene come anima che si affacci dal mare della vita cercando una culla, dove possa introdursi. Il pescatore tende allora la trave, lunga fune a cui s'annodano molte funicelle piú corte, dette bracciuoli, ed armate di forti ami con esca.
      Il contratto tra il proprietario della barca ed i marinari è simile a quello tra il padrone ed i pecorai, perché pecorai della stirpe di Proteo sono i nostri pescatori. Il proprietario dà loro il morto, e dicesi morto un'anticipazione di 50 a 63 lire, con le quali lo riscatta. Riscattare appo noi significa riacquistare una cosa che siasi venduta. Il marinaio è un uomo venduto, perché è debitore di Tizio; io gli dò il morto, io gli pago i debiti, lo riscatto, e lo prendo ai servigi della mia barca.


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Persone in Calabria
di Vincenzo Padula
Parenti Editore Firenze
1950 pagine 319

   





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