I terreni diconsi terrani e catoia: sono umidi, bassi, auggiati: hanno porte quadre a soglia liscia il piú, hanno nelle porte uno sportello onde ricevono il lume, hanno finestra o finta, o piccola e cancellata; mancano dentro d'impiantito, di soppalco e di cammino, e servono ad uso di abitazione, di paglieri, di stalle, di porcili, di forni, e, quando sono sulla piazza, di botteghe. E la vista delle povere famiglie popolane stivate coi figliuoli e coi porcelli nell'oscuritā e nella mofetta di quelle catapecchie, dove il Sole non entra per non lordarsi, dove, piovendo, l'acqua della via irrompe passando la soglia, e il fumo, non trovando sfogo, costringe gli abitatori a muoversi cartone, č qualche cosa che stringe il cuore assai dolorosamente.
Le stanze dei secondi piani sono migliori. Le finestre hanno uno sporto formato per un'asse sostenuta da due mensole, e dove si tengono i testi della ruta, del garofalo e del petrosello: lo spazzo (āstracu) fatto di creta battuta ed assodata č ronchioso, ineguale, ammattonato raramente; vi č il cammino, vi č il soffitto, vi č una scala a piuoli che vi ti conduce. Stante l'industria serica comune alle nostre donne, il soffitto č la parte piú indispensabile: privi che sono di soppalco, dove possano scovarsi i bachi, i terreni ed i mezzanini restano o spigionati o si allocano a tenue prezzo, e questo ci dā la ragione perché i terzi piani si costruissero in pochi.
In tutte queste case e villaggi che descriviamo, parmi soverchio il ricordare siccome manchi il privato, il bottino, le fogne pubbliche, e che tra gli arnesi casalinghi si desideri l'orinale.
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Sole
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