Per ora un proverbio volgare: A fràvica (la fabbrica) è mmidiusa; mostra che non solo non si fa, ma che s'invidia, e si creano mille ostacoli ed imbarazzi a colui che intenda di edificare ed abbellire il paese.
28 dicembre 1864.
XVII. - MULATTIERI, LETTIGHIERI, VETTURINI, CALESSIERI E CARRETTIERI
Descritte le terre ed i villaggi nostri, è mestieri discorrere dei loro abitatori. Le persone, onde ci siamo finora occupati, hanno tutte, tranne i coloni, la lor casa nel paese, dove quale ogni sera, quale ogni sabato e quale, secondo i varii mestieri, ogni mese, rientrano a vedere le mogli ed i figliuoli, e la dimane ritornano in contado. Quelli al contrario, dei quali al presente pigliamo a dire, dimorano e lavorano nei paesi, o se ne allontanano per poco; e primi tra questi a richiamare la nostra attenzione sono i mulattieri. I nostri proprietarii non hanno fattorie nei poderi, dove mettano in serbo i frutti di loro terre; ma e biade, e vini, ed olio, e quanto rende ad essi l'industria agricola e la pastorizia, viene vettureggiato in paese, in cui le stanze a terreno di loro case sono addette ad uso di granai, di canova, di coppaio e via dicendo. Di qui avviene che ogni proprietario debba avere uno o piú muli, uno o piú mulattieri. Il mulattiere tira all'anno cento e due lire, sei ettolitri di frumento, un paio di calandrelle, due faldelle di lana, il vitto giornaliero, ed il giornale: e dicesi giornale la facoltà, che gli accorda il padrone, di valersi del mulo un giorno in tutto l'anno a suo intero profitto.
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