Il prezzo degli asini oscilla tra le quarantadue e le cento ventisette lire a ragguaglio dell'età, e della schiatta. Il bardotto (mulu ciuccigno) è, piú che il mulo non sia, scarico di collo e di gambe, ombroso, poco cavalchereccio, difficile a scozzonarsi, cattivo di bocca, e, punto che non gli si badi quando è giovine, piglia mille credenze, e quella tra l'altre di arrovesciare l'orecchio, mordere e sprangare quando si cavalca, o gli si mette la soma. Però dura alla fatica meglio che il mulo non faccia, e se questi vuole quattro anni per avere schiena a ricevere la intera salma, ne bastano tre al bardotto per altrettanto e di vantaggio. Le virtú sue nondimeno, soverchiate che sono dai vizii, fanno che meno si cerchi e si pregi, e nelle nostre fiere cento ventisette lire con poche altre di piú ti danno un bellissimo bardotto. Il mulo è perciò il somiero preferito.
18 febbraio 1865.
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Duecentocinquantaquattro lire, o trecentotrentanove bastano quasi sempre per avere un mulo giovine e ben quartato; ma per quelli che siano veramente di bella tacca spesso le cinquecentodieci non sono sufficienti. Il vetturino lo imbardella di due anni, lo imbasta a mezza soma di tre, a soma intera di quattro: spende lire dodici per basto, dieci per posoliera e pettorale, altrettanto per lo straccale, le cordee le suste (lopi e caricatura), tre per ferratura, tredici per otto sacchi, diciassette per un copertone (manta), ed otto per la cavezza e il cavezzone. Sono in tutto settantatré, le quali accresciute al prezzo del mulo, e chiaro che il vetturino impiega un capitale tra le trecentoventisette e le quattrocentododici lire; e queste alla ragione del dieci per cento, la minima tra noi onde dassi a frutto il danaro, gli mangiano allo anno tra le trentadue e sette centesimi, e le quarantena lira e due centesimi.
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