Io come io non posso che uccidere Palma, e due compagni di lui, e ne ho sempre la occasione. Il prefetto si contenta del capo di Palma? Si contenta del capo di due soli briganti? Lo dica, e sarà servito".
Il giorno 13 la Mariantonia scendeva in Cosenza, e visitava nella prigione il suo marito Rosanova; la sera del medesimo giorno il Rosanova informa di tutto il prefetto, e il prefetto mandava a Scrivano cento lire, e queste parole: "Non intraprenda nulla per altri pochi giorni".
Che aspettava dunque il Prefetto? Che la causa di Rosanova si fosse discussa e ch'egli avesse la soddisfazione, come già per quella di Pinnolo e Bellusci, di fare una retata e pigliare ad un tratto tutta quanta la comitiva di Palma. Ma la fortuna aveva altrimenti disposto. A quanti plaudono all'evento fortunato, so che l'impresa, nella quale si era imbarcato il Guicciardi con tanta perseveranza, con tanta abnegazione e con tanto stoicismo da ridersi delle maligne chiose fatte dal pubblico a tanti atti da esso non compresi parrà strana per non dir peggio; ma noi, e con noi quanti onesti patrioti ha il paese, non ci stanchiamo di ammirare l'energia e l'intelligenza del Guicciardi, e quell'avere con la virtú sua contagiato (mi si permetta la frase) l'animo di uno Scrivano, di un povero tanghero, ed instillatavi la virtú del sacrifizio. Ma secondo il facile giudizio del volgo, guai a chi non riesce! ed è pur bene che in tutti i fatti da noi fedelmente esposti egli fosse stato in detta col Ministro e con le autorità militari.
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