Dici che ogni dí l'isolamento si fa maggiore attorno la Prefettura, e t'inganni. Tutto il paese, tutti i buoni, tutti i non larvati amatori del presente ordine di cose sono col Prefetto Guicciardi, tranne i pochi (e tra questi pochi siete voi) che ebbero a lottare con lui, o temono di lottare con lui per la maledetta quistione della Sila. Di qui contro di esso un piccolo partito, la cui opinione non è quella del paese, e che fa al Guicciardi una guerra di piselli, bastantemente ridicola. Si mette a subasta la Difesa Nocella nella Sila; compare all'incanto il solo Berlingieri da Cotrone; il Guicciardi offre il ventesimo di piú, e sapete che dissero i gonzi? Dissero che il Prefetto intendeva farsi proprietario della Sila! Ed è in questa guisa che viene giudicato quell'uomo, che sapendo pur troppo il modo fraudolento, onde procedettero sempre tra noi le subastazioni di vaste proprietà demaniali, si studia d'impedirlo, anche a suo rischio e vergogna di essere manutengolo di nobili e civili furti, come gl'Intendenti d'una volta. E quando vi unite a codesti gonzi, voi parlate contro la vostra coscienza, caro signor Martire, voi fate torto a voi medesimo. Oh no! voi non dovevate negare i fatti da me riferiti, non falsare le mie parole: l'unico punto debole del mio articolo era la questione di convenienza. Doveva la Prefettura valersi d'un braccio d'un brigante presentato? Era qui la questione. Voi credete che non dovesse, credete che bastassero al bisogno le nostre milizie, e v'ingannate.
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