Cosí il letame, che fa lieta la terra, si sciopera; armenti nomadi vagano per spazii immensurabili, si tolgono a Cerere i migliori terreni, ai nostri braccianti il lavoro, ai poveri il pane; e dei lamenti e della miseria dei nostri Casalini del Manco una delle precipue cagioni la è questa. Altrove l'inerzia dei proprietarii non stimolata dal lusso, che manca, non corretta dall'istruzione di che son privi, non distrutta dal bisogno, stante il modo feudale, ond'è organata la famiglia, e l'inerzia eziandio del popolo, che, privo d'idee, è pure privo di bisogni, e soddisfatte le prime necessità naturali non chiede piú in là, lasciando incoltivate le terre, e quelle mirare senza pietà non si possono inaffiate dall'Esaro, che si stendono da S. Caterina a Malvito. Altrove la coltura dell'olivo procede a scapito di quella del suolo, che nel Circondario di Rossano è nulla, e chi muove da Spezzano a Terranova si crede in un deserto e si consola soltanto all'aspetto ridente di Corigliano. Non macchine poi, non istromenti agrari, l'aratro è tuttavia il descritto da Virgilio, e i metodi di alternare le colture arbitrarii e diversi. Non si è associata insomma la pastorizia alla coltura e la coltura delle terre a quella delle piante e degli alberi fruttiferi. In qual parte della provincia non prova l'olivo? E nondimeno esso è coltivato in grande nel solo circondario di Rossano, dove si trascura il gelso, il fico, il mandorlo, e la vite, non perché il prodotto ne sia cattivo, ché noi benché lontani sentiamo tuttavia la fragranza del vino dei Pirainetti, ma per l'inerzia, figlia della smodata ricchezza dei proprietari delle terre.
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