La storia della vigna di Naboth è in Calabria la storia di tutti i giorni. Per scemare tale avidità, la tassa sulle successioni (per mill'altri versi dannosa) fu una vera manna del Cielo; perché d'oggi innanzi molti capitali, che si sarebbero impiegati ad acquisto di terre, cambieranno destino. Insomma, l'inerzia dei ricchi cesserà con lo scemare l'amore alla proprietà prediale, ed alla vastità aristocratica delle terre: il che avverrà tostoché i fondi non resteranno piú in mano del solo tra dieci figli, che tolga moglie, ma si divideranno tra tutti e dieci. Allora avremo piccoli fondi, ma molti; piccoli proprietari, ma molti, e grandi industrie, e grandi ed onesti, ed operosi cittadini. E per combattere l'inerzia del popolo e l'ignoranza di esso e dei proprietarii qual sarebbe il mezzo?
30 aprile 1864.
IIIDammi un punto dove farmi una leva, diceva Archimede, e muoverò l'universo. L'uomo che coltiva le Muse, e l'uomo che coltiva la terra han bisogno egualmente d'un punto, dove fermino la leva. Il punto del primo è un'idea, che promette d'esser gravida, un'idea a gomitolo, che fa nascere il bisogno di svolgerla; e il punto del secondo è un terreno, che sia suo, e che gli dica: - Tuttociò ch'è sotto a me fino all'inferno, e tuttociò ch'è sopra di me fino al trono di Dio, è tuo. Questo punto di appoggio è mancato sempre al nostro popolo. Tra noi gli agricoltori possidenti (ossia i massari) sono pochi; la maggioranza è di agricoltori braccianti, che non camminano sulle terre, ma volano, e seminano un anno qui, un anno là, non fermandosi in veruna, scegliendo le migliori, e peggiorandole tutte.
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