La scuola politecnica è il nostro assoluto bisogno; ecco il rimedio all'ignoranza del popolo e del ricco. È d'uopo che la fisica e la chimica siano rendute popolari come il catechismo di religione ed in tutti i capoluoghi s'istituiscano grandi scuole, dove l'arti non s'imparino sui libri, ma col fatto, dove il maestro non dica: - Cosí si fa la vernice, cosí si tinge, cosí si lavora l'acciaro; ma faccia la vernice, tinga la stoffa, lavori l'acciaro alla presenza dei giovani. Chimica, fisica, meccanica si studiano tra noi da due in cento; ed anche questi due ne sanno o i piccoli fatti, che alimentano i giochi e la curiosità, o le generalità somme che sono infruttuose, e non mai la parte pratica. In Francia non fu cosí. Tosto che Lavoisier cangiò l'aspetto della chimica, Chaptal ne fece l'applicazione all'arti, e quel movimento fu iniziato su due linee, l'una intorno alla scienza, e l'altra intorno all'arte, arricchí, e continua ad arricchire quel paese, e despota lo fece della moda e dell'eleganza. Torneremo meglio su questo proposito nello esporre lo stato della pubblica istruzione tra noi, ed allora indicheremo i fondi, cui possiede la provincia per darci una scuola politecnica. Ora riassumendo: - Dicemmo causa delle pessime condizioni di nostre industrie l'inerzia e l'ignoranza del popolo e dei proprietarii. Ebbene! il popolo cesserà di essere inerte con la quotizzazione dei terreni comunali, ed il proprietario con la distruzione del feudalismo domestico: e il popolo e i proprietarii finiranno d'essere ignoranti con le scuole politecniche.
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