Ma è possibile il trovare i signori A. B. C., e via discorrendo, che la fondino? A questa domanda poi non tocca a noi di rispondere, sí bene a voi, Signori Calabresi, che siete al tempo stesso grandi proprietari e nobili. Pigliando voi a prestito al 6, al 7, e dando prestito alla ragione di 7, ed 8 il primo vantaggio è vostro, che sarete gli Azionisti della Cassa. Ma non è a nome di siffatto onesto guadagno che vi preghiamo, bensí a nome dell'onor vostro. I piccoli capitalisti, i maligni usurai andran via: non avendo dove locare il loro denaro l'offriranno a voi, gl'interessi saranno ridotti, e le benedizioni del popolo vi accompagneranno.
7 maggio 1864.
V.
La Cassa del Credito immobiliare, di che facemmo parola nell'articolo precedente, torna utile agli agricoltori, a tutti quelli insomma che hanno un fondo per garentire il denaro che tolgono a prestito. Ma i mille che non l'hanno, come potrebbero rinvenire i capitali necessarii a metter su una industria, o menarla innanzi, ed acquistare le materie prime necessarie ai loro lavori? Il mezzo infallibile da ciò è l'unione del credito; ed ecco in che consiste.
Io, p. e., sono calzolaio, né trovo chi mi presti quattrocento lire, perché non ho come garentirle al creditore, e quel che avviene a me, avviene a te sarto, a te falegname, a te caffettiere, avviene a tutti noi artigiani e braccianti di Cosenza. Ciascuno è impossibile che trovi credito, perché presi isolatamente siamo insolvibili. Questa insolvibilità, a dir vero, è relativa, maggiore o minore secondo gli individui; perché io forse sarò buon pagatore per 40 lire, tu per 50, un terzo per 70, ma nessuno di noi lo è per 400. Or, cosí stando la cosa, perché non ci uniamo?
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