La "Farfalla" ha querelato per diffamazione la "Stampa", il "Cittadino Calabrese" ha querelato per diffamazione il barone Guzzolini, e il deputato Morelli intende querelare il "Cittadino Calabrese".
In tutto questo pettegolezzo a noi dispiace sommamente che il deputato Morelli sia stato tirato pel collo. La "Farfalla", e quanti giornali hanno ripetuto la medesima accusa, hanno avuto il grave torto di attribuire il fatto del prodittatore Morelli ad un patto nuziale che fu stabilito e solennizzato non nel 1860, ma nel '62. Di questa asserzione chi conosce casa Morelli fa una solenne risata; ma se ne indegna, e fortemente e giustamente se ne indegna, chi ricorda quanto il nostro risorgimento debba a quella famiglia. Donato Morelli, ed altri pochi magnanimi hanno tra noi, avventurando sangue e sostanze, contribuito al presente ordine di cose; ed è veramente una deplorabile ingratitudine che la libertà dí stampa, beneficio del presente ordine di cose, si rivolga nei suoi primi passi contro Donato Morelli. Accusare questo uomo (a cui vorremmo un simile in ciascun nostro paese) di aver ceduto una sola volta in vita sua a basse vedute d'interesse, è agli occhi di quanti Calabresi il conoscono, un'infamia pretta e buona. E noi non diremmo queste parole, se parlassimo alla sola nostra provincia, nella quale il Morelli non ha certo bisogno che altri difenda il suo onore: ma le diciamo alla "Farfalla" 'ed al "Cittadino Calabrese", che certo non per izza, ma per ignoranza di taluni fatti, sono discesi ad alcune considerazioni, delle quali avrebbero fatto molto bene ad astenersi.
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