Né paia strano questo dire che facciamo, essere cioè la questione Silana l'origine del brigantaggio. Il popolo calabrese è agricolo, né può essere altro che agricolo: farsi manifatturiero non può, perché tutto riceve da Napoli; ed anche a dargli mille fabbriche non saprebbe che farne, vivendo in parte dove non potrebbe vendere i suoi prodotti. Quando dunque gli mancano le terre, tre partiti gli restano o emigrare, o irrompere violentemente nella Sila coi suoi strumenti rurali, o irrompervi coi suoi strumenti da brigante.
E questo è quello che avviene, e questo è quello che spiega le grida dei cotronesi; non già che fossero cosí pazzi da domandare la legge agraria. Or il Governo in sei anni nulla ha fatto per terminare la questione silana che interessa due province, e tiene disgustati ugualmente i proprietari, che vogliono una volta per sempre uscire da tanto pianto e purgarsi d'una taccia che in gran parte non meritano.
(dal "Diritto" di Firenze, 21 marzo 1867).
DA UNO ZIBALDONE INEDITOSTATO DELLA RELIGIONE IN CALABRIA
I. - LE MAGARE E LE RIMEDIANTI.
S. Lorenzo del Vallo, Malvito e Pitturelli son famosi per essere i paesi delle magare.
La magara è pallida, alta e magra; si è votata al diavolo da cui ottiene tutto a patto di far male altrui.
Chi si ha formato l'opinione di essere tale è generalmente temuta; tutto ottiene dai vicini, e nulla le si nega dalle contadine quando entra in casa loro.
Le donne ricorrono alla magara per ottenere filtri.
Ella prende un ramarro, lo cuoce al forno, lo polverizza, e lo mette sotto l'altare, donde lo ritoglie finita che è la messa.
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