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      La ruta che sette mali stuta si tiene sulle finestre come talismano contro le magare. La regina delle magare si crede che fosse stata la madre di S. Pietro. Il popolo crede che S. Pietro fosse tignoso, e magara la madre di lui. Ed ella disse tra sé: Or perché mio figlio deve essere discepolo, e maestro cosí potente colui dalla zazzera lunga? Voglio fare una magia a codesto Cristo. Gliela fece, e la pose sotto la soglia della porta, senza farne motto al figlio. Ci era un dí festivo, e disse a Pietro: - Vedi Pietro che stamane voglio invitare il maestro tuo -. S. Pietro fa fare un banchetto, e vi porta il maestro. Ma Cristo stando per entrare disse a Pietro: - Pietro, pigliami a cavalluccio. Pietro obbedí, e la madre se ne morse il dito. Durante la tavola, ella dunque si alza e passa la magia nell'architrave. Finito il desinare, Cristo disse a Pietro: - Mettiti a cavalluccio su di me -. Pietro obbedí, ma quando furono soli, Pietro chiese ragione del fatto, Cristo raccontò la cosa come era; e concluse con dire:
     
      Magaria fatta sia;
      Chi la fa, e chi la fa fare
      non vedrà la cera mia.
     
      Questa madre di S. Pietro era una donna perfida, che nulla dimandava per l'anima: solo una volta, essendo al fiume a lavare porri, una foglia le andò via giú per l'acqua, e non potendola piú riprendere, disse al fiume: - Vada per l'anima mia -. Morí e non si trovò nessuna luce tranne quella fronda di porro; (perché chi si trova di non aver mai fatto elemosina si dice è andata all'oscuro). La dannazione di lei spiacque a S. Pietro, che, permettendoglielo Dio, va nell'inferno e la chiama: - Mamma vientene -. Le altre anime dannate le si appiccicarono ai panni, ma ella respingendole superbamente, gridava - Avete forse voi un figlio, come l'ho io in Paradiso -? Di ciò sdegnato Pietro la lasciò gire in fondo.


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Persone in Calabria
di Vincenzo Padula
Parenti Editore Firenze
1950 pagine 319

   





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