Eccitava quindi con quella fierezza di carattere, che era tutta sua propria, il Sotto-Comitato a seguire l'esempio di quello Insubre, poiché era ormai tempo che ogni Città si purgasse dalla malefica genìa dei delatori e piaggiatori dello Straniero che teneva in ferrea schiavitù la patria. Brescia, egli disse, «la Città che combattè per dieci giorni con tanto eroismo contro le orde Austriache, non deve esser da meno in questi solenni momenti della Città delle cinque giornate. Brescia segua l'esempio di Milano e si renderà benemerita della causa della libertà e dell' indipendenza della patria.»
Quindi enumerò parecchi di questi rinnegati, e fra i più tristi segnò il Direttore del Giornale la Sferza organo della Polizia Austriaca, il cui precipuo compito era quello di insultare quanto havvi di più sacro per un popolo oppresso, l'amor della patria; di schernire e dileggiare costantemente con ributtante cinismo gli uomini più distinti per patriottismo e virtù cittadine; di inneggiare ad ogni atto del Governo Austriaco; d'applaudire alle fustigazioni, all'esilio, al carcere, alle fucilazioni ed alla forca, che s'infliggevano ai patrioti.
Il Direttore del giornale la Sferza vituperava ogni giorno l'Italia e gli Italiani abborrenti il giogo straniero, era furibondo contro i rifugiati politici in Piemonte e contro quel Governo, perchè colà si custodiva il fuoco sacro della libertà e dell'indipendenza della patria, ed incitava ogni giorno il Governo Austriaco e i tirannelli d'Italia a nuove e più dure repressioni.
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