E qui giova accennare come la Polizia fu ognora il perno del Governo austriaco. Essa poi in quei tempi, vigendo il regime militare, godeva di una autorità senza limiti; quindi non giustizia la ratteneva o lealtà; faceva anzi pompa del contrario, non era sottoposta a sindacato; non aveva responsabilità, nulla accadeva nelle sfere governative senza che la medesima vi avesse parte, non era conferita carica, non concesso favore, non dato alcun provvedimento, senza che la Polizia vi cooperasse. Grandissima la sua potenza in quei giorni.
Chiunque avesse a fare colla Polizia per relazioni segrete o palesi, era posto al di sopra della legge, la sua testimonianza non veniva rivocata in dubbio, non discusse le sue pretensioni. Nulla di piú odioso adunque del titolo d'Impiegato di Polizia, e ben si può dire che l'ordine più potente era l'ordine più infame della Società.
Il Comitato d'insurrezione ben conoscendo l'abilità, e la tattica poliziesca del Rossi e consapevole come il Governo austriaco, massime col mezzo dello spionaggio(12), avesse scoperto congiure ordite con molto accorgimento e repressi tutti i tentativi di sollevazione in cui l'Italia aveva riposto le sue speranze dal 1815 in poi, si convinse che un colpo ardito poteva incutere tale timore in quel dicastero da paralizzare in qualche modo la sua triste azione, e rendere timidi e paurosi i confidenti o spie che dir si vogliono. Perciò stabiliva di colpire il Rossi quale funzionario accortissimo e ciecamente ligio all'Austria.
Tito Speri ebbe l'incarico di mandare ad effetto l'energico provvedimento.
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