Con tali criterj anche il Comitato bresciano scelse tre de' suoi membri, Tito Speri, D'Oria Adamo, e Bosio Antonio affinchè studiassero i modi d'istituire in Brescia una Società di Mutuo Sussidio, siccome quella che parve più consona ai tempi e destinata a diradare quei funesti pregiudizj che tutto giorno mantengono vivo un certo attrito fra le varie classi bisognose, e perchè tale Società potea essere base opportuna ad una più larga istruzione ed educazione del popolo, mezzo per conseguirne l'emancipazione.
E la classe che in quei giorni si presentava più idonea ad essere riunita in associazione era quella dei Commessi di Negozio siccome la più istruita; il suo esempio avrebbe servito a preparare il terreno per costituire altri consimili sodalizj fra le classi degli operaj e dei contadini.
In quei tempi vigeva in tutta la sua fierezza il Governo Militare, quindi era proibita qualsiasi adunanza pubblica non solo, ma vietati persino i crocchi di cinque persone.
Non pertanto gli iniziatori non si arretrarono innanzi a tale ostacolo, chè anzi il 15 Gennajo 1851 fecero istanza all'I. R. Delegazione Provinciale per ottenere il permesso di convenire in un dato giorno, che in seguito avrebbero indicato pell'intervento dell'Autorità, in una Sala di casa Martinengo in piazza delle Erbe onde passare alla nomina di una Direzione per la progettata Società di Mutuo Sussidio dei Commessi de' Negozianti.
Ma col rescritto 24 Gennaio 1851. N. 443 l'I. R. Delegazione sollevava difficoltà circa l'attuarsi di questa Associazione, e quindi non trovava di accordare il permesso di riunione se prima non le venisse rassegnato il progetto di Statuto e di Regolamento Organico.
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