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      Con tale aspettativa, con tale illusione i dirigenti i Comitati segreti insurrezionali caddero nell'antico peccato originale dei vecchi rivoluzionari italiani, i quali tenevano sempre volto lo sguardo alla nazione francese, al cui fremere e' si rallegravano ed agitavansi; e, se sonnecchiava, pur essi s'addormentavano, e pretendevano che la rivoluzione nostra non potesse aver luogo se non in seguito alla rivoluzione francese.
      Ma Napoleone, in allora Presidente della Repubblica francese, collegatosi colle classi interessate al vecchio ordine di cose, antiveggendo e prevenendo l'azione, che contro di lui si tramava dai patrioti francesi, compiva nella notte del 2 Dicembre 1851 il famoso colpo di Stato, col trucidare i repubblicani in Parigi a centinaja, e condannare alla deportazione ed all'esilio i suoi oppositori.
      Distrutta in tal modo la potenza della rivoluzione francese, e per naturale conseguenza anche di quella italiana, inquantochè il Governo napoleonico dopo il colpo di. Stato sorreggeva l'assetto politico dell'Europa basato sulla forza, sul despotismo, e tutti i Sovrani facevano capo a lui siccome difensore dell'ordine e dei troni; i Comitati insurrezionali disperando di poter con le sole forze rivoluzionarie del paese realizzare gli ardimentosi loro intendimenti si tennero in sull'aspettativa, sospendendo ogni atto di azione, limitando soltanto la loro opera, alla propaganda per ispargere con più intenso modo i lumi ed i mezzi rivoluzionari; a spingere e riattivare maggiormente le relazioni con l'estero, affine di conoscersi e viemmeglio intendersi coi principali e più distinti cittadini delle altre nazioni, onde al momento dato, sapere in qual modo si dovesse cooperare al comune intento.


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Del comitato segreto insurrezionale bresciano nell'anno 1850-51
di Faustino Palazzi
Stab. Tip. La sentinella Brescia
1886 pagine 106

   





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