Condotto a Mantova per tempissimo, lo Speri veniva rinchiuso, prima nelle orride segrete della Mainolda, poi nelle Carceri di Castel S>. Giorgio.
Nella Città non si parlava d'altro che dei tormenti inflitti ai prigionieri politici, e le secrete dell'Inquisizione pareano un nulla a udire quello che si diceva delle secrete della Mainolda e di Castel S>. Giorgio.
Buccinavasi di cibi o bevande date ai captivi per alterarne il senno e strappare loro i segreti. Eravi forse in questo esagerazione, ma il fatto vero si è che tutti i prigionieri venivano messi alla catena e al semplice vitto di carcere. Durante gli interrogatorj che si facevano in presenza dell'Auditore Capitano Krauss, il quale interrogava in italiano, e scriveva ciò che voleva in tedesco, il capo Custode Casati stava alla porta con due soldati di linea armati. Udiva così l'interrogatorio dell'accusato. Dopo di ciò, se il prigioniero si era portato bene, vale a dire, se aveva svelato qualche cosa, egli cominciava a concedergli il pane bianco invece del nero; un altro giorno andava più innanzi, gli permetteva una buona minestra, e così via via, a seconda delle rivelazioni.
Quando invece si trattava di prigionieri fermi o risoluti, si accresceva il peso delle catene, si diminuiva il pane, e si mandavano nelle prigioni della Mainolda peggiori assai di quelle del Castello di S. Giorgio. Dopo un pajo di mesi venivano rimessi nelle mani del Casati.
Se persistevano fermi nel non voler nulla svelare, si conducevano a lor volta nel carcere N. 12 la qual segreta per essere la più alta di tutte non lasciava udire gli urli del paziente.
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