«L'Augusto nostro Imperatore entrava nella vostra Città. Non ebbe una accoglienza chiassosa ed entusiastica come a Verona, essendo questo anche nella natura di quegli abitanti, ma sibbene ottenne a Brescia un ricevimento nobile e dignitoso come ben s'addice all'indole, ed al carattere del popolo Lombardo.»
Non risposi parola. Però la confessione del Giudice Austriaco mi piacque, e mi fece grata impressione, perchè spiegava come a Brescia l'Imperatore fosse stato ricevuto freddamente, e dissi in cuor mio: Onore a' miei concittadini!
A Milano il 22 Gennaio 1857 veniva proclamata una generale amnistia indistintamente per i delitti di alto tradimento, quindi chiusi ed abbandonati i processi in corso, liberati tutti i detenuti, e soppressa la Corte speciale di giustizia in Mantova.
La stampa austriaca inneggiava ed applaudiva all'atto clemente del giovane Imperatore, e magnificava quel perdono perchè «prescindeva persino dall'assoggettare (i liberati) alle rigorose prescrizioni di Polizia.»
Spudorata menzogna! inquantoche l'autore di queste memorie giunto che fu a Brescia «venne dall'I. R. Polizia severamente ammonito non solo di non poter più oltre praticare compagnie qualsiasi, ma eziandio di non poter uscire dalla Città se non munito d'uno speciale permesso dell'I. R. Delegazione Provinciale.»
Era vezzo dell'Austria l'avvilire e il perseguitare il compromesso politico. Quando impiccava inventava di tutto per umiliare e perdere gli uomini di carattere in faccia al partito, e faceva mostra di clemenza.
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