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      «Quando io stampava la Storia universale pregai pubblicamente con insistenza chi vi trovasse errori di fatto o di giudizio a notarmeli acciocchè potessi farne ragione e profitto. Mentre non potetti approffittare forse di nessuno dei mille articoli stampati, i più contro, pochi a conforto di quella, trassi giovamento da alcuni, che privatamente mi usarono sia corte di consigli. Fra altri, fu consegnato alla libreria Pomba a Torino una specie di annotazioni perpetue al mio lavoro. Erano, con modi benevoli e lusinghieri, appunti assennatissimi, sempre ragionati e con appoggio di autorità, riscontri di opinioni, di date di nomi; ponderazione di giudizi dallo stesso mio punto d'aspetto sopra tutto mi richiamavano, qualora sembrassi men riverente all'Autorità, che sola è infallibile e condiscesi a quelle opinioni plateali, che la falsità o l'ignoranza dei filosofisti gettò nella storia, e la sbadataggine della comune dei lettori piglia a contante.
      «Ne resi grazie per istampa, pregando l'autore a darmisi a conoscere, e continuarmi questa carità.
      «L'invio di nuove osservazioni era accompagnato da lettera di Don Enrico Tazzoli, professore nel Seminario di Mantova che mi proseguì il pietoso servigio fino al termine dell'opera.
      «Io conservo preziosi quegli appunti, benchè non a tutti io dessi ragione. Chè il gran vantaggio di note amichevoli consiste nel fermar l'attenzione dello scrivente sopra punti su cui forse era scivolato, massime in tela amplissima e infinitamente variata; allora egli esamina se errò, se forse mal si espresse, se accettò le sentenze vulgate, che spesso son le volgari; se invece siasi mal apposto il critico: e non reca all'opera sua il vantaggio o di minori sbagli, o di meglio chiarita e più accettata verità. Vantaggio inestimabile, che io ho implorato sempre caldamente, ma che non ottenni se non da qualche anima semplice, da qualche tranquillo ed oscuro studioso perchè nel critico esige quell'abnegazione di sè, che, per utile d'un privato o della verità rinunzia alla effimera gloria della pubblicità; e soffre che il criticato adotti o no le sue osservazioni, bastandogli le abbia prese in riflesso senza però tenerlo obbligato alla confutazione o alla discussione che gli farebbe sciupare un tempo destinato a compire qualcosa che sopravviva alle adulazioni come alle invidie e alla denigrazione.


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Del comitato segreto insurrezionale bresciano nell'anno 1850-51
di Faustino Palazzi
Stab. Tip. La sentinella Brescia
1886 pagine 106

   





Storia Pomba Torino Autorità Don Enrico Tazzoli Seminario Mantova