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Ma la spia più famigerata nei processi politici fu Attilio Partesotti, figlio unico di un ricchissimo orefice di Mantova; percorsa la carriera legale, fece parte della Giovane Italia. Bel parlatore e sagace, di singolare eloquenza logica nei suoi ragionamenti, tutte le qualità aveva di terribile cospiratore. Subì varj processi e condanne per le congiure 1833-34. Caduto in basso, e assuefatto a lauta vita e prodiga, con corte d'amici e piacentieri, si vide un giorno gettato nella miseria e nella solitudine.
La Polizia Austriaca, non lo perde di vista, e vide giunto il momento di farlo strumento de' suoi scaltriti disegni. Lo accarezza e lo compiange. Partesotti cede, codardo, è vinto.
Per nascondere il nero suo delitto, finge di domandare l'emigrazione legale. Dapprima la Polizia simula di negare, poi concede. Partesotti abjura la sacra causa, per assumere se non l'ufficio del delatore volgare, certamente quello di alto confidente in diplomazia all'estero.
Giunge a Parigi festosamente accolto da Mazzini e dai profughi liberali italiani, quale sgraziato campione di libertà. Ma non a lungo restò celato ed impunito lo spergiuro.
Nel Gennaio 1848, prima era delle italiche speranze, una notte è spento Partesotti da subitanea morte. La nuova agli amici venne data dalla donna che seco teneva. Vi accorsero, si ispezionarono, presente l'Autorità Giudiziaria le carte: trovasi Partesotti in relazione diretta col Principe di Metternich, e collo stesso Vicerè di Milano, e con lettere degli stessi d'invìo di grosse somme di denaro.
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