Tale sentenza fu pubblicata il giorno 28 Febbrajo ed eseguita oggi stesso la pena capitale mediante la forca nelle persone di Montanari nobile Carlo, Speri Tito e Grazioli Bartolomeo.
Mantova, li 3 Marzo 1853.
L'I. R. Tenente Maresciallo Comandante la Fortezza
CARLO BARONE DE-CULOZ.
(23) Quando fu loro letta in prigione la Sentenza di morte coll'aggiunta, che non vi era per essi nessuna speranza di commutazione di pena, essi l'ascoltarono senza tremito e senza impallidire.
Lo Speri disse: «vi ero preparato!» Il Grazioli soggiunse quasi ispirato: «anche Cristo perchè bandì la libertà ai popoli fu crocefisso.» Il Montanari esclamò: «meglio morire che vivere sotto l'Austria!»
Posti nel Confortatorio, vi rimasero sempre con fronte serena ed animo imperturbato. Chiesero da scrivere e lasciarono ai loro congiunti ricordi degni certamente di loro. Chiesero di vedersi, ed ottenutolo, si gettaron nelle braccia l'uno dell'altro versando nel seno dell'amicizia quelle lagrime che il tetro aspetto della morte non avevano potuto spremer loro dal ciglio.
Disse il Grazioli: «fummo congiunti nella fede, era volere di Dio che lo fossimo anche nel martirio.»
«E il sangue dei martiri feconda la libertà,» soggiungeva il Montanari.
«Ma se noi moriamo, esclamava lo Speri, sopravvive a noi la Nazione, e la Nazione ci vendicherà. Noi insegniamo, agli Italiani a morire, ecco che cosa ci resta a fare.»
Gli stessi carcerieri piangevano a quella vista. Ragionarono quindi chi di loro avrebbe dovuto morire il primo, e lo Speri come più giovane volle essere l'ultimo, il Grazioli il secondo, il Montanari il primo.
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