Ne fecero porgere istanza al Comandante che accondiscese, e con un ultimo bacio, si separarono.
La mattina del 3 Marzo 1853 si avviarono i tre al luogo dell'esecuzione. Prima precedeva il convoglio del Montanari, poi quello del Grazioli, indi quello dello Speri. Marciarono con passo fermo e sicuro, e volgendo intorno lo sguardo vivido e scintillante, quasi per infonder coraggio ai cittadini che li osservavano muti e con l'umido ciglio, non per fatua curiositą, ma per dar loro un ultimo saluto e una tacita promessa di non lontana vendetta. - Giunti al piede del patibolo lo ascesero l'un dopo l'altro sereni ed impavidi. -
La moltitudine volse altrove lo sguardo onde non vedere l'atroce supplizio.
Dopo pochi minuti un grido la scosse, e le fece ancora rivolgere gli occhi al luogo dell'esecuzione.
Quel grido era quello dei Bandiera: viva l'Italia. Era il giovane Speri che giunto sull'ultimo gradino del patibolo lo aveva mandato come ultimo saluto ai circostanti, come ultima protesta contro l'Austria. Quel grido era tosto soffocato dal capestro omicida.... I cittadini si dispersero ed i soldati si ritirarono pił atterriti degli stessi cittadini da quel grido solenne e terribile proferito sulla soglia dell'eternitą.
La Cittą rimase tutto quel giorno ed il seguente sepolta nel lutto. Nelle strade non si vedevano che le persone, cui la necessitą obbligava ad uscire di casa. All'indomani ghirlande di fiori vennero trovate sulla tomba dei tre martiri, colą deposte da mano pietosa, malgrado la vigilanza delle sentinelle austriache.
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