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SENTENZA
1. Frattini Pietro, nativo di Legnago, domiciliato in Mantova, d'anni 30, cattolico, nubile, scrittore d'avvocato, d'assai pregiudicata condotta.
2. Rossetti Francesco, nato alla Cascina Muzza di Milano e domiciliato in Lodi, d'anni 35, cattolico, nubile, Dottore in medicina, di cattiva condotta politica.
Tartarotti Francesco, nato e domiciliato in Verona, d'anni 36, cattolico, ammogliato, con un figlio, conduttore addetto alla Società dei Mastri di Posta, di dubbia fama politica, furono previa legale constatazione dei fatti convinti:
Frattini Pietro, per la propria confessione, di essere stato in cognizione dell'esistenza di un Comitato rivoluzionario, e di una tale Società segreta in Mantova, le cui tendenze erano di ottenere, mediante sommossa popolare, la violenta separazione del Regno Lombardo-Veneto dall'Austria; di essersi lasciato affigliare alla congiura; di avere per ordine del Comitato preso a pigione in Mantova una casa, per la quale ne pagava l'affitto il Comitato stesso, destinata a dar ricovero clandestino ai cospiratori; di aver tenuto nascosto in detta abitazione per qualche tempo il torchio; di avere nel carnevale 1851 in propria casa ricoverati i due sicarj, condotti da Tito Speri per l'esecuzione dell'assassinio dell'I. R. Commissario di Polizia Filippo Rossi, i quali avevano seco i pugnali e le pistole destinate alla perpetrazione del delitto; che nella propria abitazione vennero fatti i preparativi per l'effettuazione dell'assassinio, e che dopo la partenza dei sicarj tenne, nascosto nel proprio domicilio le armi micidiali.
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