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      Giovane di belle forme, aitante della persona, di cuore generoso, aveva per l'amicizia un culto. Era arditissimo e di un coraggio non comune.
      Sora Alessandro e Farisoglio Bortolo rappresentavano il vero ardire, il carattere, e la tempra del bresciano antico.
      (37) Plevani Giacomo, fu uno dei più alacri e più intraprendenti membri del Comitato Nazionale, e negli ultimi giorni dell'austriaca dominazione, mentre era più intensa e più feroce la persecuzione di quel tirannico Governo, egli, dimentico per un momento della famiglia, e non curando i suoi privati interessi, pressochè innanzi agli occhi delle austriache scolte, eseguì una arditissima operazione, nella quale lo aiutò il patriota Gaetano Mocinelli falegname, voglio dire che recise con mano sicura i fili telegrafici dell'Austria.
      Giacomo Plevani nel 1848 e 49 fu veduto alle barricate armato di tutto punto, e più che di ferro armato di fede e di coraggio contro la prepotenza austriaca.
      Venuta la ristorazione di quel Governo, Plevani incominciò a cospirare insieme con Tito Speri e cogli altri amici, ed ebbe parte attivissima nel Comitato d'insurrezione costituitosi nella nostra Città, apprestando nel segreto delle democratiche conventicole nuove armi, ed arruolando nuovi armati, per ricacciare dalle terre italiane l'esecrato straniero.
      Sventata la trama, imprigionato lo Speri, il nostro concittadino evitò la prigionia e forse il patibolo, per la virtuosa costanza di quel martire illustre, che soffrì torture e salì il patibolo, piuttosto che farsi delatore dei compagni di cospirazione:


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Del comitato segreto insurrezionale bresciano nell'anno 1850-51
di Faustino Palazzi
Stab. Tip. La sentinella Brescia
1886 pagine 106

   





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