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      Si deono tagliare solamente sino al mezzo della midolla, e cosi lasciarli fin che si secchino: percioche stillando; vscirà fuori quell'humore, che sarà atto alla putrefattione. Tagliati; si riporranno in luogo, oue non vengano caldissimi Soli, nè impetuosi venti, nè pioggie: e quelli massimamente deono essere tenuti al coperto, che da se stessi nascono: & accioche non si fendano, & egualmente si secchino; si vngeranno di sterco di bue. Non si deono tirare per la rugiada, ma dopo il mezzodì: nè si deono lauorare, essendo di rugiada bagnati, ò molto secchi; percioche quelli facilmente si corrompono, e questi fanno bruttissimo lauoro: Nè auanti tre anni saranno ben secchi per vso de' palchi, e delle porte, e delle fenestre. Bisogna che i padroni, che uogliono fabricare; s'informino bene da i periti, della natura de i legnami, e qual legno à qual cosa è buono, e quale non. Vitruuio al detto luogo ne dà buona istruttione, & altri dotti huomini, che ne han scritto copiosmente.
     
      DELLE PIETRE. Cap. III.
      DELLE pietre altre habbiamo dalla Natura, altre sono fatte dall'industria de gli huomini: le naturali si cauano dalle pietraie, e sono ò per far la calce, ò per fare i muri: di quelle, che si tolgono per far la calce; si dirà più sotto: Quelle delle quali si fanno i muri, ò sono marmi, e pietre dure, che si dicono ancho pietre viue; ouero sono pietre molli, e tenere. I marmi, e le pietre viue si lauoreranno subito cauate: perche sarà più facile il lauorarle all'hora, che se per alcun tempo fussero state all'aere, essendo che tutte le pietre, quanto più stanno cauate, tanto più diuengono dure: e si potranno metter subito in opera.


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I quattro libri dell'architettura
di Andrea Palladio
Hoepli Milano
1945 pagine 235

   





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