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      Si ritroua di tre sorti, cioè bianco, negro, e di color mezano, tra questi due; onde da alcuni è detto Cineraccio: Il negro cosi si chiama, non perche sia ueramente negro, ma perche è bianco con alquanto di negrezza: onde à rispetto del bianco con ragione gli Antichi gli diedero tal nome. Il bianco è più perfetto, e più precioso del negro: Il cineraccio tiene tra questi due vn luogo di mezo. Si caua il piombo ò in masse grandi, lequali si ritrouano da per se senza altro; ò si cauano di lui masse picciole, che lucono con certa negrezza: ò si trouano le sue sottilissime sfoglie attaccate ne i sassi, ne i marmi, e nelle pietre. Ogni sorte di piombo facilmente si fonde: perche con l'ardore del fuoco si liquefà prima che si accenda: ma posto in fornaci ardentissime non conserua la sua specie, e non dura: perche una parte si muta in litargirio, un'altra in Molibdena. Di queste sorti di piombo, il negro è molle, e per questo si lascia facilmente maneggiar dal martello, e dilatarsi molto, & è pesante, e grieue: il bianco è più duro, & è leggiero: il cineraccio è molto più duro del bianco, & quanto al peso tiene il luogo di mezo.
      Di Rame si cuoprono alcuna volta gli edificij publici, e ne fecero gli Antichi i chiodi, che doroni uolgarmente si chiamano: iquali nella pietra di sotto, & in quella di sopra fissi, vietano che le pietre non uengano spinte di ordine, & gli arpesi, che si pongono per tenire vnite, e congiunte insieme due pietre à paro; & di questi chiodi, & arpesi ci seruimo, accioche tutto l'edificio, ilquale per necessità non si può fare se non di molti pezzi di pietra, essendo quelli in tal modo congiunti, e legati insieme; venga ad essere come di vn pezzo solo, e cosi molto più forte, e durabile.


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I quattro libri dell'architettura
di Andrea Palladio
Hoepli Milano
1945 pagine 235

   





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