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      Questi nelle parte di sotto si chiamano volgarmente Entrate, & in quella di sopra Sale. Sono come luoghi publici, e l'entrate seruono per luogo, oue stiano quelli, che aspettano, che'l padrone esca di casa per salutarlo, & per negotiar seco: e sono la prima parte (oltra le loggie) che si offerisce à chi entra nella casa. Le Sale seruono à feste, à conuiti, ad apparati per recitar comedie, nozze, e simili sollazzi: e però deono questi luoghi esser molto maggiori de gli altri, & hauer quella forma, che capacissima sia: acciò che molta gente commodamente ui possa stare, & uedere quello che ui si faccia. Io son solito non eccedere nella lunghezza delle Sale due quadri: i quali si facciano dalla larghezza: ma quanto più si approssimeranno al quadrato, tanto più saranno lodeuoli, & commode.
     
      Le Stanze deono essere compartite dall'vna, e dall'altra parte dell'entrata, e della Sala: e si deue auertire, che quelle dalla parte destra rispondino, e siano uguali à quelle dalla sinistra: accioche la fabrica sia cosi in vna parte come nell'altra: & i muri sentano il carico del coperto ugualmente: Percioche se da vna parte si faranno le stanze grandi, e dall'altra picciole; questa sarà più atta à resistere al peso per la spessezza de i muri, e quella più debole: onde ne nasceranno co'l tempo grandissimi inconuenienti à ruina di tutta l'opera. Le più belle e proportionate maniere di stanze, e che riescono meglio sono sette: percioche ò si fanno ritonde, e queste di rado: ò quadrate; ò la lunghezza loro sarà per la linea diagonale del quadrato della larghezza; ò d'vn quadro & vn terzo; ò d'vn quadro e mezo; ò d'vn quadro, e due terzi; ò di due quadri.


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I quattro libri dell'architettura
di Andrea Palladio
Hoepli Milano
1945 pagine 235

   





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