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      DEL COMPARTIMENTO DELLE STANZE, & d'altri luoghi. Cap. IIA
      CCIOCHE le case siano commode all'uso della famiglia, senza laqual commodità sarebbono degne di grandissimo biasimo; tanto sarebbe lontano che fossero da essere lodate; si deuerà hauer molta cura, non solo circa le parti principali, come sono loggie, sale, cortili, stanze magnifiche, & scale ampie, lucide, e facili à salire; ma ancora che le più picciole, e brutte parti siano in luoghi accommodati per seruigio delle maggiori e più degne: Percioche si come nel corpo humano sono alcune parti nobili, e belle, & alcune più tosto ignobili, e brutte, che altramente, e ueggiamo nondimeno che quelle hanno di queste grandissimo bisogno, ne senza loro potrebbono stare; cosi ancho nelle fabriche deono essere alcune parti riguardeuoli, & honorate, & alcune meno eleganti: senza lequali però le sudette non potrebbono restar libere, & cosi perderebbono in parte della loro dignità, & bellezza. Ma si come Iddio Benedetto ha ordinato questi membri nostri, che i più belli siano in luoghi più esposti ad esser ueduti, & i meno honesti in luoghi nascosti; cosi ancor noi nel fabricare; collocheremo le parti principali, e riguardeuoli in luoghi scoperti, e le men belle in luoghi più ascosi a gli occhi nostri che sia possibile: perche in quelle si riporranno tutte le brutezze della casa, e tutte quelle cose, che potessero dare impaccio, & in parte render brutte le parti piu belle. Però lodo che nella più bassa parte della fabrica, laquale io faccio alquanto sotterra; siano disposte le cantine, i magazini da legne, le dispense, le cucine, i tinelli, i luoghi da liscia, o bucata, i forni, e gli altri simili, che all'uso quotidiano sono necessarij: dal che si cauano due commodità: l'una che la parte di sopra resta tutta libera, e l'altra, che non meno importa; è, che detto ordine di sopra diuien sano per habitarui, essendo il suo pauimento lontano dall'humido della terra: oltra che alzandosi; ha più bella gratia ad esser ueduto, & al ueder fuori.


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I quattro libri dell'architettura
di Andrea Palladio
Hoepli Milano
1945 pagine 235

   





Percioche Iddio Benedetto